Masserie nella Terra dei Laghi
Il Gargano è quel luogo in cui si incontrano laghi e foreste, roccia e mare, con un infinità di colori e profumi che regalano mille suggestioni. Un paesaggio che nei secoli ha conservato quasi immutato il suo aspetto, la sua identità, in cui la presenza dell’uomo risulta rispettosa dell’ambiente che lo ha accolto.
Gli insediamenti rurali, le masserie fortificate, gli jazzi, i monasteri e le chiese rurali, si svelano agli occhi del viaggiatore come regali inaspettati, come piccoli tesori nascosti.
Questo viaggio vuole accompagnare il lettore in un esperienza immaginifica, per conoscere un territorio ricco di architetture rurali mai narrate. Posti scrutati dal finestrino di una macchina in corsa, posti fermi nel loro tempo, nel loro spazio.
La masseria, elemento distintivo del territorio rurale pugliese, in questo lembo di terra ha conosciuto nel corso dei secoli varie declinazioni: da Casino a Posta, da Masseria di campo ad elemento di fortificazione e controllo del territorio.
Gli eventi storici e la conformazione territoriale hanno contribuito a disegnare puntualmente le costruzioni di questa vasta area. Basta citare il fenomeno delle invasioni turche che ha fatto sorgere numerose torri di avvistamento lungo le coste oppure il brigantaggio, motivo per il quale le masserie hanno dovuto adeguarsi con sistemi di fortificazione.
Lo stesso utilizzo dei materiali autoctoni, pietra, legno e canne palustri, ha influenzato e caratterizzato forme e strutture facendole diventare testimonianza della storia di questi luoghi.
Oggi chi ha la possibilità di visitare un’antica masseria sicuramente rimane colpito dalla bellezza di cui è depositaria ma allo stesso tempo, da quanto l’è stato sottratto, saccheggiato o semplicemente è stato lasciato in uno stato di abbandono. Il tempo e l’azione dell’uomo hanno permesso a tutto ciò di diventare dei ruderi, fantasmi di se stessi, testimonianze che stanno diventando invisibili allo sguardo distratto dell’uomo.
Sulle superfici esterne in pietra o nel loro interno, possiamo trovare delle vere opere d’arte, frutto della saggezza di generazioni di artisti ed artigiani. Dei manufatti che hanno la dignità di essere preservati nel tempo. Bisogna reinterpretare lo stato dell’arte con uno sguardo critico ma rivolto al futuro.
Fin troppo ambiziosa risulterebbe la volontà di restituire la funzione originaria a queste strutture. Un’azienda moderna necessita di grandi capannoni, di opifici spaziosi e dotati di impianti tecnologici.
Nel percorso di questa ricerca, il confronto con le realtà locali è stato di vitale importanza. La possibilità e la voglia di recuperare questi luoghi la si percepisce dalle tante chiacchierate avute in questi anni con i vari proprietari. Il potenziale è alto, specialmente in questo territorio, ricco di agricoltura, allevamento ed itticoltura, ma soprattutto ricco di turismo.
Dei tanti esempi virtuosi pugliesi, pochi se ne riscontrano nel Gargano. Questa può essere senza dubbio un’occasione per puntare ad un nuovo concetto di recupero architettonico, rispettoso della storia del luogo, delle sue peculiarità, delle tradizioni ma pur sempre unito alle esigenze dei nostri giorni.
Ora più che mai, bisogna creare occasioni di riflessione pubblica: incontri, dibattiti ed altre iniziative atte a coinvolgere i proprietari di aziende agricole e zootecniche, di agriturismi e ristoranti. Far loro capire il valore intrinseco ed estrinseco, materiale ed immateriale, è fondamentale per poter iniziare insieme un percorso di ampio respiro, atto a recuperare anche con piccoli step progressivi il numero più alto di masserie.